bpv_706690 - MACRINO Tétradrachme syro-phénicien
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Tipo : Tétradrachme syro-phénicien
Data: 217-218
Nome della officina / città: Byblus, Phénicie
Metallo : billone
Diametro : 24 mm
Asse di coniazione : 6 h.
Peso : 12,40 g.
Grado di rarità : R2
Commenti sullo stato di conservazione:
Exemplaire sur un peit flan court sur les légendes à l’usure régulière. Patine grise, granuleuse au droit
N° nelle opere di riferimento :
Diritto
Descrittivo diritto : Buste lauré, drapé et cuirassé de Macrin à droite, vu de trois quarts en avant, les deux rubans de la couronne laurée descendant derrière la tête (A*).
Legenda diritto : AUT K. M. OP. SE. MAKRINOSS, (Autokratoros Kaisaros Markos Opellios Seuhros Makrinos Sebastos)
Traduzione diritto : (L’empereur césar Marc Opel Sévère Macrin auguste).
Rovescio
Descrittivo rovescio : Aigle debout à droite, les ailes déployées, la tête et la queue tournées à gauche, tenant dans son bec une couronne perlée ; entre les pattes de l’aigle, un petit autel tricorne et surmonté d’un point.
Legenda rovescio : DHMARC EX UPATOS A
Traduzione rovescio : (Revêtu de la puissance tribunitienne consul père de la patrie).
Commento
Dans la base TSP maintenue par Michel Prieur, neuf exemplaires sont maintenant répertoriés, aucun en musée.
Cronistoria
MACRINO
(04/11/217-06/08/218)
Macrin nacque nel 164 a Cherchell in Mauretania. Non è un senatore, ma un cavaliere, di origine indigena (moresca). Procuratore della "res privata" (fondo privato dell'Imperatore) di Caracalla, divenne poi prefetto del Pretorio dal 212. Dopo l'assassinio di Caracalla l'8 aprile 217, fu acclamato imperatore l'11 aprile. Non verrà mai a Roma e rimane ad Antiochia. Divinizza Caracalla, ma esilia Giulia Domna, che si lascia morire. Prende il titolo di Severo per radunare a sé i sostenitori della famiglia Severiana e dà il prænomen di Antonino a suo figlio, Diadumeniano, promosso a Cesare. Mentre cerca di conciliare tutti, si imbatte nell'esercito, che manca Caracalla. I soldati squartati a Emesa proclamarono Eliogabalo il 16 maggio 218. Sconfitto a giugno, Macrino fuggì. Sentendo della morte di Diaduménien, cerca di suicidarsi gettandosi dal carro e viene ucciso dai suoi stessi soldati..
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